Le mie prime 25 Marcialonghe

Le mie prime 25 Marcialonghe

Avevo sempre visto in TV la diretta delle caotiche partenze della Marcialonga di sci di fondo negli anni settanta e ottanta, ed ero sempre rimasto affascinato, ma la vedevo come una cosa impossibile da affrontare visto che non avevo mai messo un paio di sci ai piedi e che 70 km parevano un ostacolo insormontabile.

Nel 1985 però la RAI trasmise un bellissimo servizio sulla gara, incentrato su quei concorrenti che arrancavano nelle retrovie con il solo intento di portare a termine la gara: allora pensai che se ce la facevano loro ce l’avrei fatta anch’io. A quel punto chiesi a mio fratello che lavorava in un magazzino di confezioni di contattare un suo collega che faceva il rappresentante sia per la ditta dove lavorava sia per la Morotto, casa cortinese che costruiva sci. Gli chiesi di farmi avere il minimo indispensabile, sci, bastoncini e scarpe, perchè volevo assolutamente provare a praticare lo sci di fondo.

Le prime esperienze sulle piste di Claut in Valcellina non furono esaltanti ma non demorsi: cominciai piano piano a prendere confidenza, di trovare l’equilibrio che ogni tanto pareva precario cercando di imitare nella tecnica i movimenti che avevo visto fare ai campioni in TV. Nei primi anni anche i due miei fratelli si cimentarono in questo splendido sport per poi abbandonare piano piano. Alla fine degli anni ’80 e nei primi anni ’90 ci fu anche qualche stagione invernale con scarsità di precipitazioni anche se proprio nel 1985 ce ne fu una clamorosa anche in pianura tanto che riuscii ad andare a sciare in Tagliamento con grande soddisfazione.

Un’altra clamorosa nevicata ci fu nel febbraio 1991, nei giorni in cui si svolgevano i campionati del mondo di sci nordico in Val di Fiemme, una delle due valli trentine in cui si svolge la Marcialonga. Era la prima volta che mi recavo nella bellissima valle e ricordo i grossi problemi durante il viaggio in macchina per la tanta neve caduta anche in pianura. Per la prima volta affrontai le piste che erano interessate dalla gara e cominciai a rendermi conto di quello che era il percorso, sia dal punto di vista della distanza che dell’altimetria.

La mia attività sciistica proseguì con alterne fortune, partecipai a qualche gara sociale della mia banca, a una “Skitour3” tra Kraniska Gora e Tarvisio nel 1992 e a due edizioni dei campionati italiani dei bancari, a Palafavera ed in Val di Fiemme nel 1995. Nel 1996 partecipai allo “Ski Meeting Interbancario” che si svolse sulle piste di Lillehammer, in Norvegia, dove due anni prima si erano svolte le olimpiadi invernali.

Cominciavo ad affinare la mia tecnica (allora quella più usata era quella libera o skating – con un avanzamento simile a quello dei pattinatori su ghiaccio) e a dicembre 1998 mi decisi al grande salto e mi iscrissi alla Marcialonga 1999. Allora le registrazioni si potevano fare direttamente nella sede di Predazzo e quando mi fu assegnato il pettorale feci gli scongiuri perché il numero che mi era stato assegnato nel mio lavoro rappresentava la causale numerica di “insoluto-non andato a buon fine”.

Prima Marcialonga: 31 gennaio 1999 – 26.ma edizione 70 km

Non avevo mai percorso 70 km tutti in una volta e cercai di allenarmi al meglio: la mia preoccupazione maggiore era come avrei dovuto affrontare eventuali basse temperature visto che prevedevo di stare molte ore sugli sci. Venni messo subito alla prova visto che alla partenza sulla piana di Moena una volta sceso dall’autobus che mi ci aveva portato la temperatura era inferiore ai 20 gradi sotto zero. Cercai di trovare rifugio nel capannone appositamente allestito ma camminando quasi andai a sbattere contro Eros Bravo, spilimberghese come me, che aveva già partecipato l’anno prima e che avrebbe partecipato anche nei due anni successivi ottenendo ottimi risultati. Mi invitò a stare per un po’ nella sua auto dove la temperatura era accettabile e poi si recò alla partenza. Io naturalmente dovevo partire nell’ultimo gruppo e quindi cercai un altro riparo: allora i concorrenti erano divisi in gruppi da mille persone che partivano con una certa distanza di tempo. Il mio gruppo partì alle nove in punto e nella diretta televisiva della RAI si vide il mio passaggio mentre un altro concorrente veniva intervistato. La Marcialonga attraversa molte località delle Valli di Fiemme e Fassa e la pista in qualche caso viene approntata durante la notte, non avendo quindi il tempo di assestarsi. I passaggi più faticosi quindi risultavano essere proprio quelli in mezzo ai paesi, dove si sprofondava nella neve che a causa della bassa temperatura pareva farina di polenta. Per me il percorso rappresentava una totale novità e cominciai  ad affrontare anche le ripide discese che caratterizzano il percorso nella prima metà gara: la gara parte da Moena, risale tutta la Val di Fassa fino a Canazei dove c’è il giro di boa e comincia il lungo percorso per tornare a Moena ed entrare in Val di Fiemme all’altezza di Predazzo. Il percorso poi si svolge interamente in Val di Fiemme scendendo fino alla località di Molina per risalire fino al traguardo di Cavalese. Quell’anno il percorso non prevedeva l’utilizzo della intera strada della salita della “Cascata” (così chiamata per la presenza a valle di una cascata formata dalle acque del torrente Val Moena che si butta nel fiume Avisio) ma una faticosissima deviazione per la località di Predaia dove era impossibile fare sfoggio di una buona tecnica di salita in quanto si sprofondava nella neve fino al polpaccio. Della caratteristica salita della cascata si percorsero quindi gli ultimi 1,5 km e dopo otto ore quaranta minuti tagliai per la prima volta, molto emozionato, il traguardo di Viale Mendini a Cavalese. Non avevo molta esperienza del dopo gara e confusi la fermata dello skibus delle piste di discesa con quella riservata ai concorrenti e attesi invano per molti minuti prima di decidermi a tornare sui miei passi e prendere finalmente il bus che mi avrebbe riportato a Tesero, da dove ero partito la mattina presto e dove ero alloggiato all’Albergo al Cervo. Avevo intenzione di fare una sciata di defaticamento il lunedì ma avevo preso un colpo di freddo nell’attesa del bus e quindi tornai a casa nel pomeriggio del lunedì.

Seconda Marcialonga – 30 gennaio 2000 – 27.ma edizione 70 km

Mi ero preparato al meglio per la mia seconda partecipazione e due settimane prima della gara mi ero recato in Val di Fiemme ed avevo percorso 50 km sulle piste di Passo Lavazè a 1800 metri (a dieci km circa da Tesero e Cavalese). Il sabato sera dopo cena ebbi modo di conoscere Walter, il cuoco dell’albergo marito di Anna, una delle titolari dell’albergo. Con un gruppo di amici il giorno dopo Walter si sarebbe recato in Val Pusteria per correre la “Pustertaler Ski Marathon” che quell’anno sarebbe stata percorsa per l’ultima volta sul tradizionale percorso con partenza da Dobbiaco ed arrivo nella Valle di Anterselva. Mi chiesero se volevo andare con loro ma ero troppo stanco dopo la lunga sciata della mattinata e rinunciai all’invito. Tenni comunque presente l’appuntamento con l’idea di partecipare alla gara altoatesina negli anni successivi.

Per la Marcialonga 2000 per la prima ed unica volta nelle mie partecipazioni non avevo trovato posto all’Albergo al Cervo e quindi alloggiai all’Albergo Montanara di Ziano di Fiemme. Meteo e temperature erano completamente diverse dall’anno precedente: nuvoloso con temperature vicine e anche superiori allo zero ed a un certo punto un leggero pioviggine. Il numero dei partecipanti era leggermente superiore rispetto al 1999 ma comunque il percorso risultò piuttosto scorrevole. L’unico problema tecnico si era presentato alla vigilia quando avevo dovuto comprare un nuovo paio di scarponcini in sostituzione di quelli che usavo dal 1995 che avevano completamente ceduto. Risolsi il problema acquistandoli in un negozio di Vajont (PN) molto in voga ai tempi. Mi abituai velocemente ed anche la mia tecnica era decisamente migliorata. La neve era comunque molto più veloce ed ero partito nel penultimo gruppo. Fui molto veloce per i miei standard soprattutto nel tratto tra Predazzo e Molina. Anche la salita della cascata, affrontata stavolta sul percorso originale, mi vide esprimermi molto meglio dell’anno precedente e il risultato fu un netto miglioramento nel tempo finale, sette ore e 15 minuti, quasi un’ora e mezza meno dell’anno precedente.

Terza Marcialonga – 28 gennaio 2001 – 28.ma edizione 70 km

Giornata ancora grigia e partenza ancora nel penultimo gruppo per la mia terza partecipazione. Iscritti più o meno come nell’anno precedente e nessun problema di neve. Non ho nessun ricordo particolare di una gara comunque regolare, corsa col mio ritmo ma che già a Canazei mi vedeva passare con venti minuti di anticipo rispetto al 2000. Il percorso non è esattamente sempre lo stesso quindi è una statistica che fa poco testo però quando ti rendi conto che stai andando bene moralmente ricevi una spinta in più. In ogni caso mantenendo una andatura regolare sono riuscito a mantenere il vantaggio fino alla fine ed infatti per la prima volta sono sceso sotto le sette ore terminando in sei ore e 57. L’assegnazione del numero di partenza avveniva calcolando la percentuale tra la posizione finale ed il numero dei concorrenti che avevano terminato la gara: facendo i conti avevo confermato la posizione dell’anno precedente pur con un numero di iscritti leggermente inferiore.

Quarta Marcialonga – 27 gennaio 2002 – 29.ma edizione 60 km

Grossi problemi di innevamento quell’anno hanno portato alla decisione del Comitato Organizzatore di ridurre il percorso a 60 km con partenza spostata da Moena a Pozza di Fassa. Il fatto di non percorrere i primi dieci km, piuttosto selettivi, non ha sgranato il gruppo e quindi, come non era mai successo nelle precedenti partecipazioni, avevo dovuto fare i conti con lunghissime code specie sulle rampe poco prima del ritorno a Moena. Infatti, il tempo di percorrenza tra Canazei (9 km di gara) e Predazzo (30 km) era stato altissimo con una media sotto i sette km all’ora. Dopo Predazzo la situazione era notevolmente migliorata ed infatti nei successivi 27 km avevo tenuto una media superiore ai 14 km/h. La media complessiva ha risentito di molto dei rallentamenti dei primi km, ho terminato comunque in modo soddisfacente in sei ore e 19 minuti, migliorando leggermente la mia percentuale sul totale dei classificati.

Quinta Marcialonga – 26 gennaio 2003 – 30.ma edizione 60 km

Per celebrare la trentesima edizione il Comitato Organizzatore aveva deciso che dopo anni in cui la gara si era svolta in tecnica libera (skating) di ritornare alla tecnica classica (la tecnica che prevede di sciare dentro due binari con sci non più a “V” ma paralleli). Oltre che avere lo scopo di ridurre le code formatesi nel 2002 (la tecnica classica prevede naturalmente l’utilizzo di una parte molto più ridotta della pista) questa decisione ha comportato un notevole aumento degli iscritti in quanto la gara era diventata molto più attrattiva per gli sciatori stranieri (svedesi e norvegesi in particolare) molto più avvezzi a questo tipo di tecnica. Con notevole perspicacia tutto ciò era stato previsto da Franco Nones, nativo e residente a Castello di Fiemme dove è titolare di un negozio di articoli sportivi, campione olimpico della 30 km alle Olimpiadi di Grenoble nel 1968.

Anche nel 2003 il percorso è stato ridotto a 60 km e ciò ha permesso di sperimentare una nuova partenza a scaglioni con tempo preso al passaggio davanti alla fotocellula della partenza che è diventata poi tradizionale fino ai giorni nostri. Avevo dovuto acquistare un nuovo paio di sci, specifici per la tecnica classica, e impratichirmi nell’uso delle scioline di tenuta, particolari prodotti che permettono allo sci di non scivolare indietro specie nelle salite permettendo comunque l’avanzamento sul piano. La differenza sull’edizione dell’anno precedente si era vista soprattutto nel tempo di percorrenza da Canazei a Predazzo: se nel 2022 ci avevo messo tre ore e 15, nel 2003 ci misi due ore e diciotto minuti così che comunque, anche adottando una tecnica che non è così veloce come la tecnica libera, ho terminato la gara con quindici minuti in meno dell’anno prima sulla stessa distanza, finendo in sei ore e quattro minuti, mantenendo, pur con un notevole aumento degli iscritti, la stessa percentuale dell’anno prima.

Sesta Marcialonga – 25 gennaio 2004 – 31.ma edizione 70 km

Potendo contare sui 41 km percorsi alla Pustertaler, anche se in skating, l’allenamento per la Marcialonga 2004 era stato positivo. Tornata ai tradizionali 70 km con l’aumento degli iscritti avevo perso un gruppo di merito ed ero partito leggermente più tardi rispetto al solito. Abbastanza bene fino a Canazei ebbi una piccola crisi, risolta brillantemente con uno dei panini del ristoro a Pozza di Fassa (i ristori sono regolari circa ogni 10 km circa). Ho calato la media nel tratto tra Predazzo e l’inizio della salita finale: ho percorso i tre km finali con 200 metri di dislivello rispettando le mie medie e ho terminato la gara in sette ore e 32 minuti, migliorando comunque leggermente la mia percentuale sui classificati.

Settima Marcialonga – 30 gennaio 2005 – 32.ma edizione 70 km

Di solito si parla di crisi del settimo anno, ma evidentemente questo non si applica allo sci di fondo. Preoccupato per la pioggia caduta nei giorni immediatamente precedenti la gara, le preoccupazioni sono svanite con il ritorno del freddo ed una leggera nevicata al sabato sera che ha sistemato i binari praticamente perfetti il giorno della gara. Con il risultato del 2004 avevo riguadagnato il gruppo di merito perso l’anno prima e sono partito da Moena con notevole anticipo rispetto alle edizioni precedenti trovando temperature glaciali e una pista velocissima. Restato per la prima volta sotto le due ore nell’arrivare a Canazei, ho tenuto una media altissima per i miei parametri per arrivare al traguardo intermedio di Predazzo dopo 45 km, abbassandola leggermente ma mantenendo un’andatura soddisfacente fino all’inizio della salita finale. Allo stadio del fondo di Lago di Tesero ho reincontrato l’amico Walter Sturz dell’Albergo al Cervo,  la cui figlia Giulia il giorno prima aveva vinto la Mini Marcialonga, gara riservata ai bambini dai 6 ai 12 anni. Percorsa l’ultima salita nel solito tempo di circa 26 minuti ho terminato la gara in sei ore e 34 minuti migliorando clamorosamente la percentuale sui classificati passata dal 85 al 75 per cento (praticamente settantacinquesimo ogni 100 classificati).

Marcialonga 2006 – il primo (e unico ritiro) – 33.ma edizione

Edizione da dimenticare quella del 29 gennaio 2006: terminando in modo molto soddisfacente la gara del 2005 mi ero convinto che partecipare alla Vasaloppet (la gara regina delle gran fondo sugli sci che si svolge in Svezia sui 90 km) non sarebbe stata un’utopia e mi ero iscritto tramite l’agenzia Terramia di Ferrara. La Marcialonga sarebbe stata quindi un buonissimo allenamento in vista della gara svedese. Avevo corso due settimane prima due gare di 28 e 42 alla Pustertaler e la domenica precedente per la prima volta la Dolomitenlauf di 42 in Austria. Purtroppo una sfortunata congiuntura di malanni fisici (bronchite e gastrite) non mi ha consentito di affrontare l’ultima settimana al meglio. In particolare, non riuscivo a mangiare e l’alimentazione in questo tipo di gare è fondamentale. Per la prima (e unica) volta avevo portato con me compagnia: le mie due nipoti. Cominciato male il viaggio per un piccolo incidente a metà strada, nei giorni precedenti il solo pensiero del mangiare mi faceva venire la nausea. La domenica ho dato comunque appuntamento alle nipoti all’arrivo e ho provato comunque a partire. Dopo 25 km sciando tra violenti colpi di tosse e conati di vomito a Pozza di Fassa ho deciso che non era il caso di proseguire. Sono riuscito a prendere al volo uno dei bus dell’organizzazione che mi ha riportato a Cavalese dove un volontario dell’organizzazione mi ha detto “tu non hai l’aria di uno che ha fatto 70 km” ed infatti aveva purtroppo ragione. Poi la Vasaloppet l’ho corsa comunque portandola regolarmente a termine ma rimane il rimpianto di quello “00” nel mio personale albo d’oro della Marcialonga.

Ottava Marcialonga – 28 gennaio 2007 – 34.ma edizione 57 km

Nel 2007 altri problemi di innevamento alla Marcialonga, alla quale mi ero avvicinato con due versioni ridotte per gli stessi motivi a 25 km della Pustertaler ed una addirittura a 10 km (con partenza a cronometro) della Dolomitenlauf , hanno causato la riduzione a 57 km della gara con partenza da Campestrin. I km per arrivare a Canazei erano quindi solo 5 e nel ritorno fino al 40.mo km ho tenuto una media molto altra (oltre 13 kmh) e ai piedi della salita della cascata ad una media complessiva molto alta rispetto alle mie abitudini tanto che nonostante un tempo di percorrenza della salita un po’ più alto del solito ho stabilito il mio record sulla velocità media complessiva della gara in 12 kmh, con molti rimpianti sulla mancanza dei primi 13 km di gara vista la neve molto veloce nel resto del percorso. Successivamente oltre che alle foto personali che avevo ordinato ho trovato anche una bellissima foto di gruppo nella quale mi si riconosce chiaramente a centro gruppo e che ho fatto ingrandire e stampare.

Nona Marcialonga – 27 gennaio 2008 – 35.ma edizione 70 km

Gara difficile quella del 2008 a causa delle pessime condizioni meteo con forte vento che ha portato, specie nella parte di pista nel bosco in Val di Fassa, di tutto sui binari tanto che si sciava praticamente su aghi e rametti di abete. Partito con un ottimo numero l’arrivo a Canazei è avvenuto nei tempi medi e la discesa verso Predazzo è stata un po’ più lenta del solito . I problemi sono cominciati da Predazzo verso la Val di Fiemme dove tra il vento e la pista non in perfette condizioni ho fatto tanta fatica. Anche la risalita da Molina (63.mo km) verso l’inizio della salita finale è stata quasi un’agonia e il tempo finale (sette ore e 52 minuti) è stato uno dei peggiori fino a quel momento della storia delle mie gare. Come me comunque anche gli altri hanno fatto fatica tanto che la percentuale del piazzamento è stata pari alla mia media storica. Tra l’altro avevo anche perso tempo prima della salita finale perché mi ero portato dietro una telecamerina per riprendere gli ultimi km ma la batteria si è scaricata per il freddo e quindi il tentativo è andato a vuoto.

Decima Marcialonga – 25 gennaio 2009 – 36.ma edizione 70 km

Dopo un’ottima Dolomitenlauf nella domenica precedente la pista alla partenza si presentava in condizioni perfette. Neve molto veloce e facile da interpretare per quanto riguardava la scelta delle scioline ed infatti nessun problema per raggiungere Canazei in un tempo record abbondantemente sotto le due ore e veloce discesa verso Predazzo dove sono arrivato ad una media complessiva poco superiore ai 12 kmh. In ottime condizioni anche la pista in Val di Fiemme tanto che sono riuscito ad onorare con grande anticipo il tradizionale appuntamento a Lago di Tesero con l’amico Mario Trettel, papà del direttore generale della gara di quel tempo. Anche la salita finale non mi ha messo in difficoltà e ho tagliato il traguardo con il tempo record (mai più eguagliato) di sei ore e 25 minuti, quasi eguagliando il mio migliore risultato in percentuale sugli arrivati in fondo. Speravo di incontrare sul percorso l’amico Toni Colonnello che invece ha preferito attendermi al ritorno a Tesero dopo la fine della gara per festeggiare insieme un risultato al di là delle aspettative.

Undicesima Marcialonga – 31 gennaio 2010 – 37.ma edizione 70 km

Dopo le solite gare di preparazione mi ero presentato alla Marcialonga in buone condizioni di forma: però subito prima della partenza indossando gli scarponcini successe il patatrac…il cursore della cerniera mi restò in mano e la cerniera si aprì. Mi feci prendere un po’ dal panico e non pensai nemmeno di farmi risolvere il problema alla consegna dei sacchi con il cambio del vestiario (che avrei ritrovato all’arrivo) con un giro di nastro adesivo che mi feci mettere solo al primo punto di assistenza tecnica. Il problema è che le scarpe, restando aperte, incamerarono una grande quantità di neve (molto farinosa) e la cosa mi disturbò un po’. Per non farmi mancare niente mentre cercavo  di sistemare anche l’altra scarpa ad un ristoro mi restò in mano anche il cursore di questa. Praticamente feci tutta la gara con la zavorra di due “piedoni” pieni di neve ma non mi scoraggiai più del dovuto. Non avevo preparato al meglio gli sci però la neve abbastanza veloce mi consentì di finire la gara in un tempo accettabile, sette ore e 19 minuti, mantenendo il risultato percentuale sui concorrenti che avevano portato a termine la gara.

Dodicesima Marcialonga – 30 gennaio 2011 – 38.ma edizione 70 km

Le iscrizioni alla gara sono costantemente aumentate nel corso degli ultimi anni e così anche il numero dei fondisti che hanno concluso la gara. Il giorno della gara i partenti della 70 km sono quasi seimila (da qualche anno c’è anche una gara “light” di 45 km con arrivo a Predazzo). Nonostante ciò la pista è in ottime condizioni tanto che stabilisco il mio record nell’arrivare al giro di boa di Canazei. Riesco a mantenere una velocità piuttosto sostenuta anche nel ritorno a Predazzo dove arrivo con qualche minuto (sei) di ritardo rispetto al mio migliore risultato nonostante un violento contatto con un altro concorrente nella difficile e pericolosa discesa di Mazzin. Recupero qualcosa nel tratto della val di Fiemme e soprattutto nell’ultima salita tanto che finisco con poco più di tre minuti in più del mio migliore risultato in sei ore e 29 minuti. Anche il piazzamento in termini percentuali e tra i miei migliori nonostante i mille iscritti in più dell’edizione precedente.

Tredicesima Marcialonga – 29 gennaio 2012 – 39.ma edizione 70 km

Edizione strana, almeno per me. Pista non nelle migliori condizioni e neve a detta di tutti molto lenta. Ciò nonostante ho stabilito il mio record personale nel raggiungere Canazei poi fino a Predazzo e Lago di Tesero sono rimasto nella media dei tempi. I problemi sono cominciati a 15 km dalla fine quando non riuscivo a spingere come avrei voluto e la media è calata vistosamente. Poi, dopo la sosta ai piedi della salita della cascata per dare una passata di sciolina di tenuta (aiutato in questo da un bambino che mi ha aiutato tenendomi fermi gli sci e mi ha chiuso anche gli attacchi) sono ripartito molto in maniera molto soddisfacente tanto che poi ho migliorato il mio tempo sugli ultimi 3 km. Terminato comunque la gara in sei ore e 58, restando sotto le sette ore come poche altre volte e stabilendo in termini percentuali uno dei miei migliori risultati.

Quattordicesima Marcialonga – 27 gennaio 2013 – 70 km

Partecipare alla Marcialonga vuol dire anche rispettare dei riti pre-gara, quindi è piacevole incontrare alcuni amici nei giorni precedenti, specialmente gli iscritti al Forum del sito Ski-Nordic, molto in voga allora, con alcuni dei quali abbiamo rispettato la tradizione della birra del sabato sera a Moena. Gara normale, senza grandi spunti e senza grandi crisi, a parte quella di fame risolta con il solito panino al ristoro di Pozza di Fassa. Ancora lento tra Lago di Tesero e Molina, nella norma la salita finale dopo che non mi ero fermato a sciolinare all’inizio: avevo trovato l’amico Walter Sturz al quale avevo chiesto conto della temperatura, ma poi avevo continuato senza interventi e trovando (cosa molto rara) anche qualche traccia di binario. Chiuso in sette ore e 14 minuti restando sotto l’ottanta per cento rispetto ai classificati (la mia media solitamente era dell’ 85%).

Quindicesima Marcialonga – 26 gennaio 2014 – 70 km

Gara con pista in condizioni pessime, soprattutto in Val di Fassa dove era impossibile trovare un binario decente e con folate di vento che facevano arrivare la neve in faccia come nel 2008. L’impossibilità di sciare dentro i binari ha comportato la necessità inusuale per me di spingere tanto con le sole braccia (come i primi fanno dal primo all’ultimo km compresa la salita finale). In ogni caso mi sono difeso discretamente fino a Lago di Tesero dove sono cominciati i soliti problemi soprattutto nel tratto in leggera salita che porta dal giro di boa di Molina all’inizio della salita finale. Sul rettilineo finale, che mi sono sempre goduto secondo per secondo un concorrente mi ha tagliato la strada salendomi quasi sugli sci. All’arrivo poi ho trovato Gloria Trettel, il direttore generale della gara, che mi ha chiesto come era andata. Ricordo che le dissi che se fosse stata la mia prima Marcialonga avrei detto “mai più” ma che se iscrizioni per l’edizione successiva avessero aperto l’indomani sarei stato pronto. Nonostante la pista comunque finito in sette ore e 23 minuti tornando alla mia percentuale media sui classificati, circa l’85%. Dopo una sciata di defaticamento a Passo di Lavazè l’indomani avevo ricevuto la notizia della nascita della mia nipotina (pronipote) Ginevra.

Sedicesima Marcialonga – 25 gennaio 2015 – 42.ma edizione 57 km

Gara accorciata nella prima parte per problemi di innevamento e ridotta a 57 km: per arrivare a Canazei quindi c’erano solo 5 km coperti in una media inusuale grazie anche alla pista molto veloce. Arrivato benissimo a Predazzo dopo avere superato indenne le discese più impegnative tra le quali quella di Mazzin dove stranamente non c’era nessuno dell’organizzazione a “gestire il traffico”. Poco prima dei trampolini di Predazzo in un nuovo tratto con una doppia curva a 90 gradi sono caduto di schiena facendo “esplodere” le buste di integratori che avevo nel marsupio.  Una volta tanto sono andato bene anche in Val di Fiemme e sull’ultima salita sono salito in media con le mie prestazioni. Nell’ultimo rettilineo un concorrente si è fermato davanti a me per farsi dare il telefonino e farsi un “selfie” prima dell’arrivo. Nel video degli arrivi pubblicato allora dall’organizzazione mi si vede scuotere la testa in segno di disapprovazione. Finito la gara in cinque ore e 17 minuti alla media inusuale per me di circa 11 km all’ora ma mantenendo la solita posizione in percentuale.

Diciassettesima Marcialonga – 31 gennaio 2016 – 70 km

Chi è superstizioso avrà pensato che il diciassette portasse sfortuna: io non ci avevo pensato ma già dalle ferie di settembre che avevo trascorso in Val di Fiemme avevo cominciato ad avere problemi di lombo sciatalgia che nel mese di ottobre sono ulteriormente peggiorati tanto da provare a risolvere il problema con un intervento chirurgico purtroppo non andato a buon fine. Mi sono così dovuto sottoporre a diverse sedute di fisioterapia e ho chiesto l’intervento di un famoso fisiatra di Udine che in due sedute mi ha quasi rimesso a posto del tutto. L’ultima seduta era stata il 18 dicembre e secondo lui avrei dovuto stare fermo almeno due settimane. Ma mancavano solo 45 giorni alla Marcialonga e non avevo ancora messo gli sci ai piedi e non avevo fatto altri allenamenti alternativi. Così il giorno dopo sono andato in Val Casies per la prima sciata della stagione. Dopo due dignitose gare di preparazione (le solite Pustertaler e Dolomitenlauf) mi sono presentato alla partenza con il solo scopo di finire la gara. Aiutato da una fascia lombare e dall’assunzione di antidolorifici. Grande fatica fino a Canazei, relativamente bene fino a Predazzo, un po’ di agonia in Val di Fiemme e salita finale fatta solo con la forza di volontà. Arrivato col buio, vivendo così l’esperienza di vedere le fiaccole accese lungo l’ultima salita, ho terminato in nove ore e sei minuti, di gran lunga il mio peggiore risultato. Naturalmente anche il mio piazzamento percentuale ne ha pesantemente risentito (95%) ma mai come quell’anno era stato importante solo finire la gara.

Diciottesima Marcialonga – 29 gennaio 2017 – 57 km

Grossi problemi di innevamento anche nel 2017 che hanno portato all’accorciamento a 57 km e a profonde modifiche del percorso che, con mia grande felicità, ha evitato la pericolosa discesa di Mazzin. Perso tempo nel salire verso Canazei nel superare concorrenti una volta tanto più lenti di me nella discesa di Moena ho rallentato ulteriormente perché davanti a me erano partiti un non vedente con la sua guida. Meno prudente di me era stato uno sciatore scandinavo che aveva travolto i due malcapitati. Bene comunque fino a Predazzo nonostante che la neve riportata all’ultimo momento creasse molte difficoltà nell’attraversamento della cittadina, poi soliti problemi in Val di Fiemme, prima per la pista sempre esposta al sole tra Predazzo e Ziano e poi per la neve lenta e un po’ di affaticamento personale. Nonostante mi fossi fermato a mettere un po’ di sciolina di tenuta nell’ultima salita ho avuto molte difficoltà visto il caldo che ha completamente trasformato la neve. Terminato comunque in cinque ore e 46 minuti restando sempre al di sopra della media nel piazzamento percentuale.

Diciannovesima Marcialonga – 28/01/2018 – 70 km

Condizioni del tempo  e di neve pessime per la gara del 2018: per fortuna avevo acquistato un paio di sci di nuova generazione che nel tratto centrale dove di solito va applicata la sciolina di tenuta sono stati dotati di due strisce di pelle sintetica, in tutto simili a quelle usate dagli scialpinisti che permettono lo scorrimento in avanti ma evitano lo scivolamento indietro soprattutto nei tratti in salita. La prova della pista del sabato mi aveva convinto a scegliere questi sci per la gara della domenica. Interminabile il tratto da Moena a Canazei anche per le tante soste e file nelle salite più lunghe e prima delle discese più ripide (discesa di Soraga e salita di Vigo di Fassa) poi nella norma il tratto fino a Predazzo dove fino a Ziano ho spinto molto di sole braccia. Ho affrontato con tranquillità l’ultima salita non avendo naturalmente bisogno di fermarmi per sciolinare. Terminato con un tempo piuttosto altro, sette ore e 42 minuti, restando leggermente sopra la mia media percentuale ma comunque soddisfatto.

Ventesima Marcialonga – 27 gennaio 2019 – 70 km

Buone condizioni di pista per l’edizione 2019 tanto che è stato facile scegliere la sciolina di tenuta per un paio di sci che avevo preparato per una gara del 2018. Un po’ meglio del solito nel tratto di prevalente salita verso Canazei, ho sofferto un po’ di mal di braccia nel ritorno a Moena e ho superato di slancio la discesa di Mazzin dove sono riuscito a passare nonostante le cadute di molti concorrenti che fortunatamente avevano lasciato libero il tratto centrale della pista. Non sono stato così scaltro nella breve discesa dopo la lunga salita di Soraga dove sono invece scivolato. Un po’ meglio del solito nel tratto in Val di Fiemme sono arrivato in un tempo accettabile all’inizio della salita finale della cascata che ho percorso nel mio tempo medio. Tempo finale 7 ore e 36 minuti con un piazzamento percentuale dell’ 86%.

Ventunesima Marcialonga – 26 gennaio 2020 – 70 km

Nei giorni precedenti la gara il nuovo direttore generale, Davide Stoffie, genero dei miei amici Anna e Walter dell’Hotel Erica di Stava, era diventato papà. Per mantenere una tradizione che avevo iniziato per un’altra nipotina di Anna e Walter, avevo disegnato una maglia che mi sarebbe piaciuto consegnare al neo papà se l’avessi trovato all’arrivo. Così per la prima volta ho corso la gara con uno zaino nel quale avevo messo la maglia oltre che le scioline d’emergenza e gli integratori. Nel pacco gara avevo trovato una piacevole sorpresa, due diplomi che certificavano la conclusione rispettivamente di dieci e venti edizioni della gara.

Molto lenta la pista e come al solito interminabile il tratto che porta a Canazei dove negli ultimi anni il giro di boa era stato portato in centro paese con un leggero allungamento della pista: altra modifica nel tratto ascendente una deviazione e Pera di Fassa per passare proprio accanto alla “Pera” (Pietra) che da il nome al paese.

Molto lento fino a Predazzo non sono riuscito a cambiare marcia in Val di Fiemme e ho progressivamente allungato i tempi di percorrenza, nonostante sia salito nella norma sulla salita della cascata. Terminato in otto ore e 17 minuti, dopo la prima edizione e l’edizione 2016 (della sciatica) la mia peggiore prestazione in tempo con leggero ritardo nella posizione in percentuale. Purtroppo non ho trovato Davide all’arrivo, così ho consegnato la maglia il giorno dopo a mamma Silvia nell’Hotel Erica di Stava dove è la responsabile della zona wellness.

Ventiduesima Marcialonga – 31 gennaio 2021 – 70 km

La Marcialonga 2021 è stata una delle pochissime gare disputate nel 2021 a causa della pandemia da COVID. La preparazione è stata quindi limitata anche per le difficoltà a potersi muovere causa le limitazioni agli spostamenti. L’edizione 2021 sarebbe stata per me la prima da “pensionato” (anche se non effettivo): avevo lasciato il lavoro in un programma di dimissioni programmate dalla mia banca il 31 luglio 2020. La pandemia aveva causato anche la chiusura di tante palestre compresa quella dove da anni due volte la settimana potevo gestire un po’ di preparazione fisica. Ma la possibilità di sciare con una certa continuità ha favorito comunque la preparazione. L’organizzazione aveva dato la possibilità agli iscritti di rinunciare alla partecipazione trasferendo l’iscrizione all’edizione 2022. Io avevo preferito partecipare considerato che erano stati previsti severi standard di controllo dei concorrenti alla partenza. Per la prima volta ero salito al venerdì mattina e avevo provato la pista in Val di Fassa, per poi provare il sabato la pista in Valdi Fiemme. La pista in condizioni ottime e un numero inferiore di partecipanti parevano favorire un buon risultato ma come spesso è accaduto durante la notte si è verificata la maledizione della Marcialonga con una nevicata di 5 cm soprattutto in Val di Fassa ed il rialzo delle temperature. La scelta dell’organizzazione è stata di non battere la pista in Val di Fassa dopo la nevicata e i risultati si sono visti: binario inesistente e pista distrutta e tanta fatica ad avanzare. Migliorata la situazione tra Soraga e Predazzo (a Moena avevano provveduto a ribattere la pista) mi sono difeso fino all’inizio della salita finale che ho percorso in un tempo leggermente inferiore alla media, mantenendo comunque la percentuale di classifica sui concorrenti arrivati (poco più di mille rispetto i 5/6000 soliti). Niente spogliatoi e niente ristori alla fine, solo la restituzione del sacco vestiario fatto al volo e la consegna di una busta con panini e bevande. Io nel sacco ala partenza avevo messo solo un piumino leggero visto che prendendo subito l’autobus sarei arrivato in albergo in poco più di dieci minuti.

Ventitreesima Marcialonga – 30 gennaio 2022 – 49.ma edizione 70 km

Come al solito nei giorni precedenti la gara le temperature si mantengono basse poi la domenica della Marcialonga improvvisamente si scatena il foehn e la pista diventa più lenta. La situazione si ripete nel 2022 quando dopo la parentesi Covid si torna all’antico con iscrizioni libere anche se la onda lunga della pandemia si fa sentire ancora sul numero dei partecipanti: il totale degli arrivati a Cavalese supererà di poco le 3.000 unità in confronto alle 5.000 ed oltre degli anni passati.

Sempre molto lungo il tratto verso Canazei, recupero un po’ nel tratto di ritorno soprattutto nel tratto da Soraga a Predazzo quando raggiungo la media inusuale di 15 km/h per poi rallentare ancora nel tratto verso il giro di boa di Molina e la risalita fino all’inizio della salita finale. La neve scaldata non aiuta nella scorrevolezza e soprattutto nella seconda parte influisce notevolmente sulla velocità media. Salgo con il solito tempo intorno ai 26 minuti i 3 km fino all’arrivo di Cavalese e termino la gara con cinque minuti di ritardo rispetto all’anno precedente con il tempo di sette ore e 38 minuti e una posizione percentuale di poco superiore alla media (88%).

Ventiquattresima Marcialonga – 29 gennaio 2023 – 50.ma edizione km 70

Il giovedì precedente la Marcialonga si corre, sulle piste dell’altipiano di Passo Lavazè, la “Lavazeloppet” gara inserita nel circuito “Worldloppet” che solitamente si svolge sulla distanza di 22 km. Non avevo mai potuto partecipare negli anni precedenti prima perché non riuscivo a prendere troppi giorni di ferie dal lavoro poi, una volta terminato il mio impegno lavorativo, a causa del Covid erano state annullate le edizioni 2021 e 2022. Nel 2023, anche se con kilometraggio leggermente ridotto a 18 km, la gara si è svolta regolarmente ed ho potuto iscrivermi. Sono salito quindi il mercoledì a verificare le condizioni della pista e il giovedì ho partecipato alla gara su piste che conosco benissimo e ottenendo un ottimo risultato in termini percentuali (76%) che mi rendeva particolarmente ottimista per la gara della domenica. Avevo aderito all’invito di alcuni amici del forum “Ski-Nordic” per un mini raduno da tenersi il sabato, quindi ho provato la pista in Val di Fiemme il venerdì. Sabato ho trovato un gran freddo a Pozza di Fassa e ho potuto sciare in divertente compagnia. Purtroppo però il freddo che ho preso ha presentato il conto la domenica, quando la pista era in condizioni quasi perfette e le temperature si erano mantenute basse. Rispettando i miei tempi nel raggiungere il giro di boa di Canazei, nella discesa mi sono reso conto che c’era qualcosa che non andava e non riuscivo a spingere come avrei voluto. Sulla nuova discesa che portava in centro a Moena sono caduto malamente e sono andato in confusione, tanto che non riuscivo ad alzarmi ed ho dovuto farmi aiutare da un addetto anche a togliere gli sci per sicurezza. Il tratto tra Predazzo e l’inizio della salita della cascata è stata un’agonia, amplificata da un nuovo percorso per le vie di Molina ricavato per recuperare le poche centinaia di metri che erano stati tolti nella salita finale che aveva subito una modifica per permettere ai concorrenti di affrontare, nell’ultimo km, il cosiddetto “Mur dala Stria” un tratto in viva pendenza (20%) che portava i concorrenti fin sul rettilineo finale nel quale era stato invertito l’ordine di percorrenza, tanto che ora si arrivava in leggera salita. Sono arrivato col buio nel secondo tempo peggiore della mia “carriera”, otto ore e 48 minuti con un risultato percentuale simile a quello del 2016 quando avevo corso con i postumi della lombo-sciatalgia. Ero talmente stanco e sconvolto che la sera in albergo non sono riuscito nemmeno a cenare e quando il lunedì sono arrivato a casa avevo quasi 39 di febbre. Una edizione da dimenticare.

Venticinquesima Marcialonga – 28 gennaio 2024 – 51ma edizione 70 km

Per l’edizione 2024 sono “tornato all’antico”: salito il venerdì per una prova della pista in Val di Fassa trovando la pista in condizioni non ideali per lunghi tratti ghiacciati. Sabato come di consueto sono rimasto in Val di Fiemme trovando una pista in condizioni disastrose specie nel tratto tra Ziano e Predazzo. Le previsioni poi davano temperature in rialzo per la domenica quindi avevo deciso di usare gli sci con le pelli. Per fortuna durante la notte le temperature sono scese ben al di sotto dello zero così che la pista che era stata battuta la sera prima (come avevo potuto verificare in un incontro con l’amico “Migly” al quale avevo portato gli sci che era stato impossibilitato ad andare a prendere nel negozio di Franco Nones dove li aveva fatti preparare). Partito puntuale alle nove circa ho trovato una pista ridotta in larghezza già alla partenza di Moena ed i soliti ingorghi all’uscita dalla località di partenza. Ero convinto di avere superato bene la discesa verso Soraga ed invece avevo visto che alla fine c’era un tratto ghiacciatissimo di una decina di metri che mi ha consigliato (come a molti altri) di togliere gli sci. Raggiunto in un tempo discreto il giro di boa di Canazei, sulla discesa di Mazzin sono riuscito a scendere fino a metà circa prima di “impantanarmi” nella neve a lato della pista e ho quindi deciso di togliere anche qui gli sci. Sulla discesa che precede la lunga salita di Soraga un concorrente è caduto davanti a me e siccome la pista in quel tratto è piuttosto stretta per non prenderlo in pieno mi sono buttato a terra facendo fatica a riprendere la marcia per il continuo passaggio di concorrenti. Sono arrivato così in un tempo decisamente decente a Predazzo dove ho incontrato l’amico Walter che attendeva il passaggio della moglie Anna e che mi ha scattato una foto. Sono arrivato abbastanza velocemente allo stadio del fondo di Lago di Tesero ed ho salutato con piacere anche l’amico Mario Trettel che mi aspettava. Rinfrancato da questi incontri e dalla velocità media che stavo tenendo ho proseguito con regolarità non senza privarmi dell’emozione dell’ultima caduta in un tratto piano assolutamente senza senso atterrando sulla schiena dove nel marsupio avevo il telefono e una boccetta di una prodotto da dare alle pelli in caso di emergenza che è letteralmente “scoppiata”. Non avendo bisogno di sciolinare prima dell’ultima salita ho proseguito discretamente bene superando anche atri concorrenti e sono arrivato al traguardo in sette ore e 32 minuti stabilendo la mia migliore prestazione degli ultimi dieci anni. La percentuale sugli arrivati (circa 87%) mi dovrebbe garantire di mantenere il gruppo di partenza per la prossima edizione visto che non viene più calcolata sul numero dei concorrenti classificati ma su quello dei partiti.

Continua….

Le mie prime 25 Marcialongheultima modifica: 2024-02-05T21:04:27+01:00da maxpres8
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